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La caduta del cuore
Paolo Giomi

Eugenio Montale ha scritto che la poesia è un giochetto per gonzi, ma la considerava una delle positività della vita. Raccomandava di prenderla in dosi omeopatiche.

Le abbuffate pantagrueliche in poesia sono difficili da digerire.

Alla storia del giochetto per gonzi, rispondo che Montale, ridendo e scherzando, ha preso il Nobel ed è andato a finire in Parlamento. Allora continuiamo con la poesia. Ecco quindi La caduta del cuore, liriche scritte, forse, nel 2010. Acqua, vento, viaggio, perturbazioni, distacchi rimpiazzati da sembianze di tracce frammentate in pulviscolo di schegge riverberanti particolari di figure assenti, sono i protagonisti di questa vertiginosa caduta dalle montagne russe della voce amore. Intarsi ricomposti da brandelli di canzoni, vecchie poesie scritte decine di anni fa, si fondono all’annotazione del presente, agganciata alla parvenza del fanciullo che muove una barchetta protendendosi su una pozzanghera, vaneggiando ad occhi aperti: sogno o son desto?

Sogno, sarebbe la vita vissuta; con l’amaro e benefico risveglio della consapevolezza, che il reale sogno non è, non interamente.

Le voci seducenti della mercanzia trasformano tutto in musica da sagra, che abbellisce di fresco le notti estive, ravvivate da vesti succinte, passi svogliati e sguardi alla ricerca di approvazioni. La musa ispiratrice della poesia diventa una sorta di boia raffinato, che propone ai commensali vivande rivoltanti. Sotto i flash, aiutata da maquillage adeguati che la nobilitano rendendone allettanti le movenze, la personificazione della barbarie prosegue il suo défilé sfarzoso, che condurrà all’irrealtà le vittime dei suoi abbagli, in una oscurità ordita di ignoranza, dolcificata da accenti lamentosi e bocche rimesse in carreggiata da trucchi vistosi.

Prelibati imbrogli trasformano il paese di ghiaccio dell’assenza in scenografie da apericena con musica, folla e sguardi sfavillanti, incontri modellati da schietta falsificazione.

Ogni tanto si profila il miraggio di un appuntamento diverso e allora spuntano fiori afferrati dal vento dell’auto in corsa e parole-papavero offerte all’ a(r)mata. Ma è la solita storia: un ripresentarsi della medesima vicenda, un ripetersi di scenari devastanti, sostituibili, già pronti, già visti.

Parole, raccolte in frasi, radunate sotto un cartellino che recita: La caduta del cuore.

Caduta del cuore declinata in configurazioni dense, brani o poesie.

Quando non si rompono nel vuoto, saltano lo scalino che le separa dal verso seguente: silenzi sospesi per arrivare alla tregua più grande, quella della pagina bianca, preludio alla successiva dove lo scroscio ricomincia, o il bisbiglio dell’onda di altre parole messe in fila una dopo l’altra, una sopra l’altra, a costruire una rocca di scritte battuta dal vento.

Il cuore cade, insieme alle voci del suo codazzo raccolte nel fascicolo recante in etichetta la parola ammore.

E-book gratuito
Categoria: Un'immodesta proposta
  • Informazioni aggiuntive
isbn

9788899193416

autore/i

Paolo Giomi

collana

Un'immodesta proposta

anno di pubblicazione

2018

lingua

Italiano

pagine

49

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