isbn | 9791281081413 |
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data di pubblicazione | n.5: Dicembre 2024 |
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pagine | 214 |
Il “FRA”, dall’interdisciplinarità al limite Periodico diretto da Ettore Perrella
Molto diffuso nel linguaggio scientifico, tecnico e professionale contemporaneo, il termine “interdisciplinarità” «evidenzia il processo d’interazione di conoscenze e di competenze che spesso è indispensabile per affrontare in modo completo ed efficace determinati problemi». Pur non contestandolo apertamente, questo quinto numero del «Giornale di bordo» presenta dei saggi che all’interdisciplinarità preferiscono il limite, il bordo che si situa fra le varie pratiche intellettuali o scientifiche. L’interazione dei saperi lascia così il posto all’esplorazione del loro confine, quella frangia – che non è né questo né quello, ma al tempo stesso è sia questo che quello – che può aprire altre prospettive a un nuovo sapere. In proposito, il “caso” di Jean Louis Schefer – alla cui memoria è dedicata la parte più corposa di questo numero – è paradigmatico, perché egli ha fatto di questo “fra” un metodo che è anche uno stile. Autore “incollocabile” e (forse proprio per questo) misconosciuto in Italia, Schefer è stato senza dubbio uno degli ultimi grandi scrittori francesi, prima che anche la cultura della ville lumière venisse imbastardita dai meccanismi dell’informazione. L’omaggio che gli dedichiamo si apre con due brevi testi di Ettore Perrella e di Moreno Manghi, e continua con tre testi di Schefer (il primo dei quali per la prima volta tradotto in italiano).
La seconda parte del numero ribadisce questo limite: fra la politica e il teatro, nello scritto di Perrella su Misura per misura di Shakespeare (che inaugura una sezione fissa del «Giornale di Bordo»: Teatro & Cinema); fra il corpo e l’atto, nel contributo di Vincenzo Liguori; fra i neuroni e la coscienza, nella riflessione di Claudia Lodovichi sulle neuroscienze; fra la soggettività e la funzione dell’analista, nell’articolo, tradotto per la prima volta in italiano, di Barbara Low.
Il numero si conclude con la recensione, scritta da Ingrid Iencinella, di una raccolta di interviste a Pier Francesco Galli, che è morto poco tempo dopo la sua pubblicazione. Questa raccolta ha il merito d’offrirci una visione per niente convenzionale delle vicende della psicanalisi in Italia, negli ultimi decenni.
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